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N E S S O


Nesso (il cui nome deriva da una divinità celtica delle acque: "Ness") è un comune di 1258 abitanti (2016), ad una altitudine di 300 m s.l.m., si trova sulla sponda orientale del ramo di Como dell'omonimo lago. E' un borgo pittoresco che sale dal lago e si inerpica sulle pendici dei monti che lo circondano, rendendo l’ambiente estremamente variegato, sia dal punto di vista climatico, che paesaggistico/ambientale.

Storia
Per quanto minuscolo, Nesso ebbe una storia importante, sono stati ritrovati reperti che testimoniano l'insediamento di popolazioni preistoriche. Venne romanizzato alla fine del I sec. a.C.. Divenne un'importante pieve con l'avvento del Cristianesimo; partecipò all'aspro conflitto, nella guerra decennale, fra i liberi Comuni di Como e Milano. Nel '500 fu costruita una fortificazione che dominava l'abitato, poi distrutta durante le lotte fra Gian Giacomo de' Medici, detto il Medeghino, e Francesco Sforza, duca di Milano. Attualmente rimane un unico muraglione merlato con torri ottocentesche. I fatti della guerra contro il Ducato di Milano sono narrati, in forma romanzata, nell’opera “Il falco della Rupe o la Guerra di Musso”, scritta da Giambattista Bazzoni nel 1829. Una presenza del borgo, sia pur marginale, la si trova nella storia del Risorgimento che ebbe tra i suoi protagonisti l'ingegner Pietro Giudici.

Natura e Ambiente
E' posto a metà strada fra Como e Bellagio, allo sbocco delle valli di Tuf e Nosè, i cui torrenti qui si uniscono in un'unica fragorosa massa d'acqua che precipita tra le rocce per gettarsi nella cascata dell’Orrido (suggestiva gola naturale), ammirabile da P.za Castello o dal noto ponte romanico detto della "Civera" (ponte reso famoso anche per essere stato location in alcune scene del primo film di Alfred Hitchcock: Il labirinto della passione). Il territorio del Comune di Nesso è attraversato dall'antica Strada Regia, un insieme di mulattiere, che congiungeva i paesi consentendo a pastori, viandanti e commercianti di spostarsi sul territorio.

Il Castello
Sui resti di un castello di epoca medioevale, edificato negli anni della guerra decennale fra i liberi comuni di Como e Milano, i Comaschi realizzarono nel 1449 una struttura fortificata; il castello fu costruito in appoggio alla Repubblica Ambrosiana. Venne poi distrutto nel 1532 da Gian Giacomo Medici di Marignano, detto il Medeghino (signore di Musso), durante la guerra contro il Ducato di Milano. In quegli anni sempre più frequenti erano le sue incursioni a danno dei borghi rivieraschi anche del Triangolo Lariano. I fatti della guerra contro il Ducato di Milano sono narrati, in forma romanzata, nell’opera “Il falco della Rupe o la Guerra di Musso”, scritta da Giambattista Bazzoni nel 1829. Il castello è ricordato in documenti d'archivio risalenti al XIII e XV secolo. Attualmente rimane un muraglione in pietra con tre torrette merlate e i merli “a coda di rondine” (detti anche merli ghibellini), posti a coronamento del muraglione sul lato che prospetta il lago, aggiunti nel XIX secolo.

Chiesa di Santa Maria in Vico
Di origine medioevale la chiesa fu fondata dall’Ordine degli Umiliati, dedito ad attività caritative ed ospedaliere. Nel 1499 l’edificio religioso fu soggetto ad alcuni interventi di ristrutturazione, di cui si era fatto promotore Galeazzo Lavezzari, rettore dell’ospedale. La chiesa, il cui esterno è a pietre a vista, è connessa ad alcune strutture civili, tramite un portico che le collega alla facciata e che funge da antro di accesso. La strada costeggia il fianco sinistro della chiesa caratterizzato dalla torre campanaria, con orologio e campane, e da due riquadri affrescati, raffiguranti una Pietà e una Madonna in trono con Bambino; tali dipinti furono realizzati da Bartolomeo De Benzi (pittore nativo di Torno, attivo tra la fine del XV secolo e l’inizio del successivo) nel 1504, in occasione dell’intervento decorativo commissionato dal Lavezzari stesso. Al di sotto si può notare una porta, con arco a tutto sesto, murata, probabilmente l’ingresso primitivo. L’interno si presenta con un’aula ad unica navata con copertura lignea, divisa in due campate da un arco ogivale, e con un presbiterio rettangolare. È ricco di testimonianze artistiche risalenti ad epoche differenti. Santa Maria di Vico è un monumento fondamentale per la conoscenza della pittura a cavallo tra i secoli XIII e XV nell’area del Triangolo Lariano.

Chiesa di Santi Pietro e Paolo (patroni di Nesso)
Sorge a pochi metri dalle acque del lago, si hanno sue notizie a partire dall'anno 1095, quando, secondo la tradizione, venne consacrata da Papa Urbano II in omaggio al Vescovo Rainaldo le cui spoglie sono conservate all’interno dell’edificio. Il vescovo Rainaldo era solito soggiornare per lunghi periodi a Nesso, tanto che la chiesa fu elevata al rango di Duomo. La chiesa in origine era rivolta verso il lago, quando venne ricostruita in stile barocco nel 1600, la facciata fu spostata verso l’abitato. L’esterno presenta la facciata suddivisa in due ordini e sormontata da un timpano con la figura di Dio Padre in monocromo. La fascia inferiore, spartita da quattro lesene come la soprastante, è caratterizzata dal ricco portale e dalle statue dei santi titolari poste in due nicchie; nella superiore si aprono tre finestre; lungo il fianco sinistro si innalza il campanile. L’interno, riccamente decorato nel corso dei secoli, è costituito da un’aula ad unica navata sulla quale si innesta il presbiterio; la navata è suddivisa in tre campate, due delle quali ospitano quattro cappelle laterali (due per lato). Nel presbiterio spicca l’altare maggiore, marmoreo; la parete dietro di esso è ornata da una pala raffigurante la Madonna con Bambino e i santi Pietro e Paolo, già testimoniata nei documenti della visita pastorale del 1669: è incorniciata da quadrature affrescate nel secolo successivo. Di grande importanza, sono gli affreschi di Carlo Innocenzo Carloni, all’interno della cappella di San Giuseppe e il battistero con affreschi di Luigi Tagliaferri. Di pregio l'organo è collocato sulla contro facciata, il cui mobile ligneo risale al Settecento.

Chiesa di San Lorenzo
E' posta nella frazione Castello; della struttura originaria medioevale si è persa ogni traccia, e è stata ricostruito nel 1500 l'edificio attuale di maggiori dimensioni. L’esterno, molto semplice, è caratterizzato dal campanile che si eleva a sinistra della facciata intonacata mentre il resto della struttura è a pietre a vista. L’interno è formato da un ambiente ad unica navata sulla quale si innesta il presbiterio rettangolare; conserva parte della decorazione settecentesca, con affreschi coevi, che celano altri dipinti di epoca antecedente.

Il ponte della Civera
Uno degli elementi più caratteristici del territorio lariano, raggiungibile scendendo le caratteristiche gradinate (oltre 340 scalini) affiancate alle belle case, per fermarsi sulla piazzetta che degrada, con scalinata, nel lago. E' un ponte medioevale posto allo sbocco dell'orrido dove i due torrenti Tuf e Nosè precipitando tra le rocce, formano una ripida cascata. L'Orrido di Nesso aveva attirato anche l'attenzione di Leonardo da Vinci, possiamo trovare una citazione: "Nesso, terra dove cade uno fiume con grande empito, per una grandissima fessura di monte", tratto dal Codice Atlantico.

Il ponte di Nusèe
Ponte di pietra a doppio arco sul Torrente Nusèe. La datazione del manufatto è incerta, per alcuni, sebbene restaurato, risale al periodo romano, per altri è di epoca medioevale; le due arcate trovano appoggio centrale su un pilastro eretto direttamente su un enorme masso erratico di granito che ostruisce il letto del torrente.



 
 
foto di Nesso
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